Il timo è sempre stato considerato l’antibiotico della medicina popolare: era usato per disinfettare ferite e combattere infezioni di gola, bronchi, pelle, per calmare la tosse e i dolori, e persino per eliminare i vermi intestinali. Ma le sue proprietà si estendono anche al campo della psiche.
Come la salvia, si usa comunemente per i ripieni, ma qui ogni analogia termina; la salvia ha infatti sempre un’asprezza che il timo migliore non possiede. Insieme al prezzemolo e all’alloro entra nell’aromatizzazione di tantissimi piatti. Si aggiunge in molte zuppe, si accompagna a verdure, pesce al forno, brodi ristretti e ripieni. Soprattutto però si unisce al vino, all’aglio, alla cipolla e al brandy per formare l’aroma di innumerevoli piatti di carne rossa, selvaggina e pollame, specialmente quelli che si cucinano a fuoco lento e a lungo in terracotta. Spesso si mescola alla maggiorana. Dà un tocco di ricercatezza anche agli impasti e ai composti, soprattutto in quelli per le polpette vegetali. Purché non si esageri con le dosi.
Ricorda l’acetosella e la maggiorana ai cui sentori si aggiunge un timido ma riconoscibile richiamo al limone.
Principale apporto x 100 g
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